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Donne e ageism, felicità e umorismo. Newsletter n. 6, novembre 2021

Donne e ageism, felicità e umorismo. Newsletter n. 6, novembre 2021

di Simona Malta per la redazione di BioITA con la preziosa collaborazione di Francesco Tanganelli di Bandiera Gialla.

Questa newsletter è una raccolta, a carattere mensile, di spunti, suggestioni e approfondimenti che non riguardano direttamente la biodanza ma bensì tematiche ad essa vicine per affinità di visione e di sentire. Uno sguardo rivolto verso il mondo e la contemporaneità, per scorgerne la bellezza e l’umanità, anche quando i tempi non sembrano propizi.

"Ancora donne, Quando l'amore non ha età" è il titolo del documentario di Stéphanie Chuat e Veronique Reymond, candidato agli oscar per la Svizzera e disponibile al cinema dallo scorso 26 novembre. Il film racconta il presente di cinque donne tra i 60 e i 75 anni in un mondo che irrimediabilmente, alla fine dell'età fertile e lavorativa, tende a considerarle invisibili.  "Questa emarginazione sociale delle donne over 60 – scrive su Maire Claire Arianna Galati, a proposito di “Ancora donne” - si chiama ageism: per definizione e significato ageismo (italianizzato) inquadra la forma di pregiudizio e svalorizzazione ai danni di un individuo, in ragione della sua età; in particolare, forma di pregiudizio e svalorizzazione verso le persone anziane". Rolando Toro ha creato La #Biodanza anche come atto sovversivo di ribaltamento dei luoghi comuni che sovente celano subdole forme di discriminazione. In particolare quelli applicati alle categorie più deboli della popolazione, le donne, i bambini, gli anziani. Per Rolando Toro Araneda l'idea della donna deve essere liberata dal doppio stereotipo di vergine o prostituta. La donna è un essere umano con aspirazioni, fragilità, desideri, anche a 60 anni. "La cosa che mi manca di più è la tenerezza, non tanto il sesso. Siamo diventate trasparenti, non siamo più nessuno" dice una delle protagoniste di "Ancora donne”. Proprio la tenerezza, per Biodanza incarna la via maestra per l'attenzione e la cura, il principio dell'essere presenti per l'altro e per sé stessi.

Antidoti, non prendiamoci troppo sul serio.
L’umorismo è però – secondo l’articolo di Arthur C. Brooks su Internazionale – “un affare serio per quello che riguarda la felicità e coltivare la capacità di trovare dell’umorismo nella vita, anche nei momenti più bui, può essere il segreto che ci protegge dalla disperazione”. L’articolo analizza i meccanismi di azione dell'umorismo che, come osserva lo scrittore E. B. White “può essere sezionato, come una rana”, e come questo può essere usato per aumentare il benessere di sé stessi e degli altri. Ma quello che ci interessa sottolineare è il ruolo della risata, che per la #Biodanza è un sintomo di vitalità, di impeto vitale. 

Secondo Arthur C. Brooks infatti "è la risata di per sé ad arrecare il grosso dei benefici dell’umorismo non necessariamente il fatto di far ridere gli altri. La risata inoltre funziona come un lubrificante sociale, facilitando le interazioni anche quando non c’è di mezzo alcun umorismo". L’autore dell’articolo, in conclusione, ci affida dei compiti da svolgere nella nostra quotidianità “c’è una ragione ancora migliore per lavorare da subito sulla vostra capacità di apprezzare l’umorismo: può alleviare il tremendo fardello che abbiamo sopportato collettivamente nell’ultimo anno e mezzo […] l’umorismo ha una caratteristica quasi anestetizzante, abbassa la concentrazione sul dolore e ci permette di ricordare le gioie della vita”.

 



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