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Promuovere il benessere della persona in situazione di disabilità: una ricerca esplorativa sul sistema Biodanza

Promuovere il benessere della persona in situazione di disabilità: una ricerca esplorativa sul sistema Biodanza

La tesi di laurea magistrale in Scienze Umane e Pedagogiche di Cristina Lorenzin. La tesi è stata presentata presso l'università degli Studi di Padova il 15 ottobre 2015 e  ha ottenuto la valutazione di 110 e lode.

 

Per un lungo periodo di tempo, le persone in condizione di disabilità sono state considerate come dei malati, per i quali si riteneva fossero necessarie delle cure specialistiche, quindi l'attenzione veniva concentrata totalmente sulla patologia del soggetto. In una prospettiva medica di questo tipo, la priorità era rappresentata dall'individuazione degli interventi necessari per alleviare la sofferenza ed il malessere, ed in tal senso non veniva prestata attenzione agli aspetti positivi dell'esistenza umana.

É a partire dalla ridefinizione da parte dell'Organizzazione Mondiale della Sanità del concetto di salute, non più inteso come assenza di malattia ma ritenuto multicomponenziale, che si inizia a comprendere come la persona con disabilità non possa essere considerata come passiva ricevente di cure, ma sia fondamentale riconoscerne il valore umano. Questo implica il passaggio dalla prospettiva “to cure” a quella “to care” che pone al centro dell'interesse la totalità della persona; si sposta l'attenzione dalla patologia all'individuo nella sua interezza e si inizia così ad interessarsi alla questione del ben-essere. Ci si interroga su come sia possibile essere felici e su quali siano gli interventi che l'educazione e la  società devono mettere in atto per promuovere tale condizione per tutti i soggetti.

Il ben-essere diventa, dunque, un possibilità per ciascuno, che per essere raggiunta richiede uno sforzo quotidiano della persona stessa per far sì che prenda in mano la propria vita, assuma atteggiamenti positivi, costruisca la propria felicità a partire dalle proprie risorse; ma a tale dimensione soggettiva, si deve associare un ben-essere sociale, frutto di relazioni interpersonali positive e di una partecipazione attiva all'interno della comunità di appartenenza affinchè si possa giungere ad un ben-essere globale. In tal senso, per quanto riguarda la persona che si trova in condizione di disabilità, diventa necessario un duplice cambiamento, sia da parte del soggetto stesso nei confronti della propria esistenza, sia da parte del contesto educativo e sociale in cui l'individuo è coinvolto, che deve promuovere degli interventi e creare le condizioni affinchè la persona con disabilità possa divenire protagonista della propria vita.

margherita

Tale mutamento di prospettiva nei confronti della persona con disabilità risulta possibile assumendo una visione olistica che consideri la complessità del soggetto e della realtà circostante, che ne può determinare la condizione di disabilità; questa è la visione promossa dall'OMS con lnternational Classification of Functioning, Disability and Health (ICF) che assume come punto di partenza la salute ed il funzionamento della persona. Promuove un cambio di paradigma che pone al centro la vita dell'individuo, considerandolo nella sua interezza e dinamicità, per quelle che sono le sue potenzialità, i suoi punti di forza ed i miglioramenti che possono essere attuati, sia per quanto riguarda la sua condizione di salute che la dimensione contestuale, con l'idea che chiunque, qualora il contesto sia sfavorevole, possa sperimentare una condizione di disabilità.

Diventa importante in tal senso creare un ambiente facilitante, nel quale vengano rimosse tutte le barriere alla partecipazione della persona che si trova in condizione di disabilità e venga favorita la creazione di realtà inclusive, nelle quali si punti alla valorizzazione di ciascuno, dove la diversità non venga concepita come un limite ma come una ricchezza. Una realtà di questo tipo si viene a creare con la Biodanza, un sistema elaborato da Rolando Toro a partire dal 1960 in Cile e che attualmente si sta diffondendo in tutto il mondo. Tale pratica può essere considerata come una prospettiva educativa che pone al centro la vita, la musica ed il movimento, creando un contesto all'interno del quale ciascun partecipante viene riconosciuto nella propria unicità, sperimenta la gioia di emozionarsi e di stabilire autentiche relazioni con l'altro, in cui nessuno si sente giudicato e per tale ragione è possibile esprimersi completamente, facendo emergere pienamente se stessi e le proprie risorse.

A tal  proposito nel quarto capitolo viene illustrata una ricerca esplorativa, nata dalla collaborazione tra l'Università degli Studi di Padova e il Centro Gaja di Vicenza, specializzato nella promozione di progetti educativi con il sistema Biodanza, realizzata per valutare gli esiti di tale attività, grazie all'utilizzo della classificazione ICF. La domanda fondamentale a cui si è cercato di rispondere tramite tale indagine è se la Biodanza possa rappresentare una proposta inclusiva per il raggiungimento del benessere globale della persona con disabilità. 

Scarica ESITI_BIODANZA_CLINICA_TESI_CRISTINA_LORENZIN



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