Intervista a cura di Antonella Lucato
Rolando Toro racconta la Biodanza, intervista al prof. Rolando Toro, ideatore del Sistema Biodanza Cfr. a cura di Antonella Lucato (Auraweb)
Rolando Toro Araneda è nato in Cile nel 1924. Il suo modo di comunicare esprime quella gioia speciale che viene dal cuore e fa sentire giovani a qualsiasi età. Ascoltare questo personaggio carismatico e osservare il suo linguaggio corporeo e l'entusiasmo che trasmette nei confronti della vita mi ha fatto pensare che la giovinezza e la vitalità sono qualità dell'Essere, non dipendono dell'età. Dice Toro: "Io non ho inventato la Biodanza, è la Biodanza che ha inventato me... Di fronte alla solitudine inesorabile dell'infinito, gli esseri umani cercano una risposta guardandosi negli occhi. Noi ci cerchiamo reciprocamente". Racchiuso in queste parole c'è il significato profondo di questa danza della vita.
L'INTERVISTA
Come nasce la Biodanza?
"La base concettuale della Biodanza proviene da una meditazione sulla vita, dal desiderio di rinascere dai nostri gesti spezzati, dalla nostra sterile struttura di repressione, dalla nostalgia dell'amore. "La danza, così come il canto e il grido, è una delle condizioni innate dell'essere umano. La prima conoscenza del mondo, anteriore alla parola, è quella che avviene, per ciascuno di noi, attraverso il movimento. La danza sorge dal profondo dell'essere umano, è movimento di vita, intimità. La danza è la forma ideale per integrare corpo e anima. Ha il potere di comunicare a tutti i partecipanti gioia, tenerezza, forza e di condividere tutto ciò con un gran numero di persone. "La Biodanza si è diffusa a tal punto che è diventata materia di un corso universitario nel dipartimento di Estetica della Pontificia Università Cattolica del Cile. E' la prima cattedra di Biodanza".
Che cos'è la Biodanza?
"Biodanza è danza della vita. Viene da Bios, vita, e Danza, movimento naturale. E' l'esercizio di sé. Cerca di risvegliare in sé il dono dell'espressione. E' un insieme di arte, scienza e amore. E' un sistema di integrazione, di rinnovamento organico, di rieducazione affettiva. Rafforzare la propria sensibilità per trovare le strade che conducono al piacere fa parte dell'apprendimento proposto nella Biodanza, per imparare a gioire di tutti i grandi e piccoli piaceri della vita".
Com'è strutturata la Biodanza?
"Musica, movimento ed emozione formano una perfetta unità. Alcune danze ed esercizi partono dai gesti naturali dell'essere umano, con obiettivi precisi finalizzati a stimolare la vitalità, la creatività, l'erotismo, la comunicazione affettiva tra le persone e il senso di appartenenza all'universo".
Su cosa si basa la metodologia della Biodanza?
"La Biodanza si basa sul percorso che va dalle emozioni ai significati. Si articola sull'integrazione tra musica,movimento e "vivencia". La Vivencia è la palpitante qualità esistenziale del "qui e ora" attraverso la musica, il canto, il movimento e le situazioni di incontro di gruppo. La vivencia costituisce l'espressione originaria di noi stessi, della nostra identità. E' una forma diretta di conoscenza i cui effetti coinvolgono tutto il nostro essere. La Biodanza non propone un modello di comportamento, ogni persona che entra in contatto con se stessa in un processo di integrazione offre il proprio modello di risposte vitali".
Nella Biodanza si parla spesso di trascendenza. Che cosa significa, nel contesto di questa disciplina?
"Il concetto di trascendenza si riferisce al superamento della forza del proprio Io e alla possibilità di andare più in là dell'autopercezione per identificarsi con l'unità della natura e l'essenza delle persone. L'esperienza non intellettuale ma commovente e trascendente di 'sapere con certezza' che non siamo degli esseri isolati, che partecipiamo al movimento unificante del cosmo. "Inoltre, la danza attiva il nucleo centrale dell'identità: la sensazione commovente di essere vivo. Sentirsi vivo per mezzo dell'altro e con l'altro, pur esaltando le proprie caratteristiche, ha l'effetto di rinforzare tutti i circuiti dell'identità sana e della vitalità. La sensazione di essere diverso e unico aumenta con il contatto con le altre persone, l'autostima e la coscienza di sé s'innalzano. Durante gli esercizi di Biodanza, il partecipante è più che mai se stesso, rispettato, valorizzato, amato e accettato, e sente il suo corpo come fonte di piacere e, nello stesso tempo, come potenziale espressione creativa".
Com'è il movimento nella Biodanza?
"I movimenti naturali come camminare, saltare, stirarsi e gesti come dare la mano, abbracciare, cullare, accarezzare costituiscono i modelli naturali su cui vengono impostati gli esercizi di Biodanza. Questi movimenti e gesti, se intensificati con la musica, diventano danza di vita".
E gli esercizi in che modo si svolgono?
"Gli esercizi sono accuratamente strutturati in relazione al cosiddetto modello teorico, e i loro effetti sono previsti e sempre sotto controllo. Ci sono diversi tipi di esercizi: possono essere individuali, di coppia, oppure adatti a piccoli gruppi, che coinvolgono tutto il gruppo come unità. Ci sono poi gli esercizi di integrazione, di sensibilizzazione e di espressione del proprio potenziale, ma anche quelli che presentano un simbolismo archetipico. Per la maggior parte, vengono praticati con la musica, ma in alcuni ci si esprime con il canto o il silenzio. Le sequenze degli esercizi seguono regole che hanno obiettivi precisi, per esempio l'aumento della resistenza allo stress".
A proposito, che rapporto c'è tra la musica e la Biodanza?
"La musica è la forma per eccellenza sulla quale la coscienza si trasforma in "vivencia", e la vivencia ritorna alla coscienza. Musiche particolari portano all'estasi all'interno di un "utero" d'amore comunitario, cioè il gruppo. La Biodanza si propone di stimolare attraverso la musica le potenzialità latenti di salute e benessere. "Il raggiungimento dell'obiettivo di ognuno degli esercizi di Biodanza è possibile mediante l'utilizzo della musica adeguata. Per esempio, quando si desidera indurre una vivencia erotica attraverso esercizi di accarezzamento, è più probabile che si riesca ad ottenere l'effetto desiderato con una canzone d'amore brasiliana, piuttosto che con una ballata solitaria di musica andina. "Se si desidera, invece, indurre una vivencia di trascendenza si ottengono risultati migliori utilizzando alcuni preludi di Bach o l'Allelulia del Messia di Haendel piuttosto che con una sinfonia di Ciajkovskij. Se si lavora sulla linea dell'affettività sono adatti la Meditazione dall'opera "Thais" di Massenet o il Samba in "Preludio" di Vinicius de Moraes, e non la violenza creativa dei Rolling Stones".
Secondo lei, a chi è particolarmente adatta la Biodanza?
"Essenzialmente, a gruppi specifici con caratteristiche simili come bambini, adolescenti, adulti ed anziani, gruppi di coppie, gruppi familiari con la partecipazione dei genitori, figli, nonni, zii, cugini. Ma può essere indicata anche per gruppi di adulti con problemi come insicurezza, mancanza affettiva, difficoltà a stabilire legami profondi, stress, mancanza di vitalità, sintomi psicosomatici & Infine, a gruppi di persone che soffrono di disturbi dell'umore o dell'apparato motorio. Insomma, la Biodanza può essere considerata un sistema di rieducazione affettiva per 'malati di civiltà'".
Nella Biodanza si usa molto il contatto, l'abbraccio. Come mai? Che valore ha, secondo lei?
"Nella Biodanza il contatto ha un valore terapeutico, è una possibilità di cura e guarigione. Il contatto è essenziale, è una forma di comunicazione affettiva non-verbale che può cambiare la vita. La vita umana è qualcosa di caldo e musicale, qualcosa di magnetico che cerca il contatto. Il contatto e le carezze producono effetti emozionali e viscerali sul nostro corpo. Dal punto di vista psicologico, le carezze riducono la tendenza all'autoritarismo, facilitano l'integrazione dell'identità e aumentano l'autostima. Quando una persona si sente amata e accarezzata da un'altra rinforza il proprio senso di autostima e valorizza il proprio corpo come qualcosa di piacevole, capace di suscitare desiderio e donare piacere. "L'emozione legata a questo gesto ha una qualità insostituibile che viene dall'atto di sostenere l'altro in tutta la sua umanità. Ogni persona scopre nella capacità di abbracciare il suo livello di "umanizzazione", il grado di evoluzione dei suoi sentimenti. La nostra pelle è la soglia di un mistero meraviglioso. Nel contatto carico di intenzionalità affettiva, nell'atto di avvicinarsi che cerca l'intimità è racchiuso il circuito creatore dell'energia vitale".
La Biodanza può essere quindi definita, a buon diritto, una forma di psicoterapia. Che differenze o analogie ci sono con altri tipi di psicoterapia?
"Le psicoterapie tradizionali si sono sviluppate a partire da un interesse verso la sintomatologia, cercano di descrivere e analizzare la parte malata dell'individuo. La Biodanza, invece, agisce mediante la stimolazione delle parti sane del 'malato': gli abbozzi di creatività, ciò che rimane del suo entusiasmo, le sue occulte capacità espressive, la sua repressa necessità di affetto, la sua sincerità. Se è possibile far crescere la 'parte luminosa' di un ammalato, la 'parte oscura', che è rappresentata dai sintomi, tende a ridursi. Il contatto è l'azione terapeutica più importante, che supera i limiti della psichiatria".
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