Cari Soci, Care Socie,
come sapete il Progetto Diffondi Biodanza 2024 ha finanziato due iniziative di grande valore:
Vi invitiamo a leggere l'intervista rilasciata da Ilaria Gabbriellini alla Redazione di Biodanza Italia, che offre una panoramica dettagliata del suo progetto.
Seguirà a breve un resoconto dell'attività svolta da Lidia.
Ciao Ilaria, ci racconti come è nata l'idea di portare la Biodanza a persone con disagio mentale?
Circa due anni fa, durante un congresso, ho avuto l'occasione di conoscere l'Alba Associazione di Pisa, una realtà straordinaria e profondamente radicata nel territorio. Ciò che mi ha immediatamente colpito è stata la particolarità delle persone che si occupavano del catering per i partecipanti al congresso. Parlando con Antonella, assistente sociale, ho scoperto la loro storia e il prezioso lavoro dell'Associazione nei confronti di persone con disagio mentale. L'Associazione offre un'ampia gamma di attività come laboratori, assistenza psico-sociale, gruppi di auto-aiuto, arteterapia e molto altro volto a promuovere il benessere psicofisico di queste persone.
Condividendo con Antonella la mia passione per la Biodanza, disciplina che lei già conosceva e apprezzava, è nata l'idea di portarla all'interno dell'Associazione a persone con disagio mentale. La presidente, Diana Gallo, ha accolto con entusiasmo il progetto e, durante un incontro di auto-aiuto condotto da Vessi, facilitatrice sociale, ho avuto l'opportunità di offrire una breve sessione di Biodanza. L'accoglienza è stata calorosa e i partecipanti hanno manifestato gioia e coinvolgimento.
Così, a gennaio del 2024, ho iniziato a proporre la Biodanza regolarmente, inizialmente in forma gratuita. Quando ho scoperto il progetto "Diffondi Biodanza", ho visto la possibilità di dare continuità a questa esperienza, grazie ai fondi messi a disposizione.
Nel frattempo, l'Associazione aveva avviato un corso di teatro ispirato al cartone animato "Inside Out", incentrato sulle emozioni. Questo mi ha ispirato a creare un progetto che integrasse Biodanza e teatro, esplorando il tema delle emozioni, così centrale in entrambe le discipline.
Che caratteristiche ha il gruppo al quale stai proponendo la Biodanza?
Una delle caratteristiche più significative di questo gruppo di Biodanza è la sua capacità di tenere insieme. La Biodanza è l'unica attività dell'Associazione che unisce il gruppo di auto-aiuto per pazienti psichici con quello di teatro che ha in prevalenza persone con disagio mentale medio-lieve unendo le persone con attività che lavorano su corpo, emozioni e movimento. I gruppi di supporto tra pari per ovvie ragioni di diagnosi e competenze non prevedono l’integrazione tra intellettivi e psichiatrici perché il confronto diventa inefficace data la pregnanza del lavoro sulla parola e l’ascolto verbale e l’integrazione che si realizza a livelli diversi. La Biodanza, invece, ha offerto uno spazio di incontro e condivisione che le educatrici desideravano da tempo, accogliendo con entusiasmo la mia proposta di gruppi unificati che ha valorizzato un incontro tra persone al di là delle diagnosi e delle problematiche dove tutti si sono sentiti insieme, uniti in una vera e profonda condivisione al di là delle parole. Ma pur sempre in profondo ascolto.
Il gruppo è composto da persone di età compresa tra i 18 e i 70 anni, con diverse forme di disagio mentale e, in alcuni casi, patologie concomitanti come autismo, epilessia, paralisi cerebrale infantile, gravi forme di depressione, disturbi ossessivi-compulsivi.
Oltre agli utenti, il corso accoglie studenti tirocinanti di psicologia e counseling, ragazzi che stanno facendo l'Erasmus, volontari e gli operatori dell'Associazione. La partecipazione attiva degli operatori è fondamentale, soprattutto per supportare le persone con disabilità visive o quelle che manifestano comportamenti oppositivi. La loro conoscenza approfondita degli utenti permette interventi mirati e rispettosi.
Il gruppo è numeroso, partecipano in genere tra le 20 e le 30 persone.
Come hai organizzato le sessioni?
Le sessioni di Biodanza sono organizzate con una frequenza quindicinale, alternandosi al corso di teatro. Questa cadenza è stata scelta per permettere un'esplorazione parallela delle emozioni, sia attraverso la Biodanza che attraverso il teatro, con l'obiettivo di affrontare gradualmente le stesse tematiche e livelli emotivi.
Io e Marta, l'insegnante di teatro, abbiamo stabilito un programma congiunto.
Ogni sessione di Biodanza ha una durata di circa due ore, dalle 15:00 alle 17:00. Data la numerosità del gruppo, la fase di condivisione riveste un'importanza fondamentale.
Ho scelto di dedicare tempo alla condivisione sia all'inizio che alla fine della sessione. Questo permette ai partecipanti di ancorare le emozioni sperimentate nel momento presente, poiché risulta difficile richiamarle alla sessione successiva, che si svolge a distanza di quindici giorni.
Pertanto, la sessione si articola in una condivisione iniziale, durante la quale presento la proposta, la riflessione e il tema del giorno. Successivamente, dopo aver liberato lo spazio dalle sedie danziamo, poi al termine della sessione ci disponiamo nuovamente in cerchio per una condivisione finale, in cui ciascuno può esprimere le proprie sensazioni, emozioni e eventuali disagi. Questo momento conclusivo consente di elaborare e fissare le esperienze vissute durante la sessione.
Puoi fare un esempio di un tema che avete danzato?
Uno dei temi che abbiamo danzato è il piacere.
Dopo aver esplorato il tema del piacere nel laboratorio di teatro, ho proposto una sessione di Biodanza intitolata "Il piacere di stare bene". L'insegnante di teatro mi aveva riferito che i partecipanti avevano identificato gesti o azioni che li facevano sentire bene, come movimenti o attività rilassanti.
Ho iniziato la sessione di Biodanza ricordando che avremmo approfondito il tema già affrontato a teatro. Ho ricordato loro che nel laboratorio di teatro ciascuno aveva individuato un gesto o una situazione che procurava piacere e benessere, che poteva essere un'attività creativa o semplicemente il piacere di rallentare. Ho sottolineato che la Biodanza integra questi aspetti in ogni incontro, alternando momenti di attività creativa a momenti di rilassamento e regressione.
Per introdurre il tema del piacere, ho proposto alcune riflessioni: il benessere non è necessariamente legato ad attività intense o complesse, ma può essere anche il riconoscimento di piccole sensazioni piacevoli, come il calore del sole, un respiro profondo o il piacere di muovere il corpo con gentilezza. Riconoscere questi momenti può aiutare a portare equilibrio nella vita quotidiana, ricordandoci ciò che ci fa stare bene.
Durante la condivisione iniziale, i partecipanti hanno iniziato a condividere le loro esperienze, ricordando attività rilassanti come passare l'aspirapolvere o spolverare. Successivamente, ho presentato la scaletta della sessione, incentrata sul piacere di stare bene.
Attualmente, stiamo lavorando sui temi dell'amicizia e della fiducia.
Secondo la tua esperienza è necessario qualche accorgimento particolare per portare la Biodanza a questa tipologia di persone?
Nel corso di quest'anno, ho dovuto adattare l'approccio alla Biodanza per rispondere alle esigenze specifiche del gruppo. Alcuni esercizi richiedono una progressione molto graduale, e in alcuni casi non sono proponibili. Ad esempio, molti partecipanti inizialmente mostravano resistenza al contatto fisico.
L'evoluzione di una partecipante, M., è stata particolarmente significativa. Al suo arrivo, rifiutava persino di stringere la mano, mentre ora abbraccia spontaneamente i compagni. Questo cambiamento è stato possibile grazie a una progressione lenta e rispettosa. Ho adottato una strategia specifica con lei: sapendo della sua riluttanza al contatto, l'ho invitata a fare da assistente durante le dimostrazioni. In questo modo, ha iniziato gradualmente a darmi la mano, e in seguito ho potuto abbracciarla con la sua accettazione. La sua trasformazione nel rapporto con il contatto è stata notevole.
Anche altri partecipanti hanno mostrato progressi significativi. F., ad esempio, un ragazzo con paresi e atteggiamento oppositivo, inizialmente si rifiutava di partecipare e manifestava il desiderio di andarsene, pur rimanendo presente. Ora partecipa attivamente alle sessioni senza manifestare disagio. C. e A, invece, dopo aver partecipato per un periodo, hanno iniziato a osservare le sessioni senza partecipare attivamente. Nelle ultime settimane, C. ha ripreso a partecipare.
Il mio approccio è basato sulla libertà e sull'accoglienza. I partecipanti sanno di essere sempre benvenuti e liberi di scegliere come partecipare. L'obiettivo è creare un ambiente familiare, dove si sentano a casa. Se sono stanchi o non desiderano partecipare attivamente, possono sedersi e osservare. Tuttavia, prima di ogni sessione, ricordo alcune regole fondamentali: spegnere i telefoni cellulari, impegnarsi nell'attività (non come passatempo, ma come opportunità di crescita personale e relazionale) e rispettare gli altri. Queste regole garantiscono un ambiente sereno e rispettoso.
È commovente osservare come, al termine di ogni danza, tutti i partecipanti, inclusi coloro che hanno osservato, applaudano con entusiasmo. Anche coloro che non partecipano attivamente contribuiscono alla condivisione finale, esprimendo le loro opinioni in modo costruttivo e senza giudizio negativo. La loro innocenza e purezza d'animo sono uniche. Anche quando manifestano comportamenti oppositivi a causa del loro disagio, non esprimono mai giudizi negativi o maliziosi.
Le scalette delle sessioni sono semplici concentrandosi su vitalità, ritmo, creatività e regressioni delicate.
Ogni sessione è strutturata in undici proposte. I giochi sono ben accolti, purché non implichino un contatto fisico eccessivo, che potrebbe risultare troppo stimolante. Per quanto riguarda il contatto, propongo solo accarezzamenti delicati sulla schiena e sulle mani.
Hai avuto modo di tenere traccia dei cambiamenti ottenuti grazie alla partecipazione all'esperienza di Biodanza?
Oltre alle mie osservazioni dettagliate su ogni sessione e sui progressi individuali, tengo traccia dei cambiamenti attraverso schede personalizzate per ciascun partecipante, dove annoto le loro riflessioni e i loro progressi.
Inoltre, inizialmente, avevo previsto di utilizzare questionari con domande semplici, da somministrare all'inizio e alla fine di ogni sessione. Tuttavia, la diversità del gruppo, che include sia persone con disabilità lieve che disabilità significative, ha reso questa modalità impraticabile.
Il mio obiettivo era ottenere una risposta emotiva immediata. Per questo, ho sviluppato un "termometro delle emozioni" personalizzato, utilizzando colori vivaci e simboli emotivi (smile) facilmente riconoscibili, anche per i partecipanti ipovedenti. Ad esempio, lo smile triste è associato al colore rosso e all'emozione della rabbia.
A sorpresa, propongo questo termometro all'inizio e alla fine di alcune sessioni, chiedendo ai partecipanti di segnare con una "X" lo smile che rappresenta la loro emozione. Successivamente, raccolgo i dati, associando il nome del partecipante all'emozione espressa.
A casa, inserisco queste informazioni in un database che ho creato, il quale genera automaticamente tabelle e grafici che mostrano l'evoluzione delle emozioni prima e dopo le sessioni. Alla fine del progetto, analizzerò questi dati per elaborare una relazione completa.
Hai qualche condivisione significativa da parte dei partecipanti da raccontarci?
Al termine di ogni sessione, invito i partecipanti a condividere un'esperienza o un'emozione significativa. Questo momento di condivisione può manifestarsi attraverso frasi, parole o riflessioni personali. Riporto alcune condivisioni dopo aver danzato il tema del “piacere della condivisione”:
S: "Ho sentito calore e ho lasciato andare la tristezza che mi accompagna spesso".
F: noto per il suo atteggiamento brontolone, ha condiviso: "Sono sempre arrabbiato, ma sono riuscito a sorridere e per un po' a mandare via la rabbia".
M: ha detto che il suo momento preferito è sempre il girotondo.
D: si è sentito accolto nell'abbraccio finale.
F: ha dichiarato di sentirsi rilassato e sciolto durante la danza.
L: infreddolita inizialmente, è riuscita a sentirsi tranquilla e a condividere con il gruppo
M: ha detto con entusiasmo: “Mi sono divertita un botto!”
A: non ha danzato, ma è rimasto vicino al gruppo per tutto il tempo, osservando e sorridendo. Anche se non ha condiviso verbalmente, ha mostrato appartenenza al gruppo.
G: timido, ha detto di essersi sentito accolto.
S: ha parlato di calore e di un'energia simile a un fuoco acceso
A: insicura, ha detto di essersi sentita bene con noi.
L: nonostante gli sbalzi d'umore, ha dichiarato di essere stata bene in questo spazio.
P: ha parlato di gioia e ha apprezzato molto l'esperienza.
F: ha percepito grande armonia.
A: ha parlato di aver sentito la vita.
Grazie Ilaria per il tuo bellissimo lavoro!!
La Redazione di Biodanza Italia
Di seguito un bellissimo video con le parole dei partecipanti:
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