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Un’ecologia per la sostenibilità della Vita, Scandicci, 26- 27 ottobre 2019

Un’ecologia per la sostenibilità della Vita, Scandicci, 26- 27 ottobre 2019

Discorso di apertura dell’Incontro degli Operatori di Biodanza di Anna Di Stefano, Presidente di BioITA

Porto alla cittadinanza i saluti dell'Associazione Biodanza Italia. 

Qui con me in rappresentanza dell'Amministrazione: l'Assessora all'Ambiente Barbara LombardiniPaolo Bellocci del settore Ambiente Parchi e Verde pubblico del Comune, Elena Lucca, didatta di Biodanza dal '78 e direttrice della Scuola di Cordoba (Argentina) per 10 anni, Ecologa della Università Argentina e PhD di Ambiente e Territorio dell'Università di Avignone.

Il Principio Biocentrico, la Vita al principio ed al centro dell'Universo.

Siamo davvero molto onorati di essere qui con i rappresentanti dell'Amministrazione che ha realizzato questo Viale perché con questo ha scelto di indicare ai giovani, e non solo, alcuni grandi esempi di un'Umanità che ha camminato nella direzione della protezione della Vita, direzione ben diversa da quella che ci ha portato al disastro umanitario ed ambientale che quotidianamente abbiamo sotto gli occhi. Farsi ispirare da questi modelli certamente aiuterebbe a realizzare quella svolta di cui il pianeta ha urgentemente bisogno.

Ringrazio l'Amministrazione che ha dimostrato questa sensibilità e davvero tanta disponibilità nei nostri confronti, per esempio nel metterci a disposizione questa sede che non solo ci garantisce un magnifico riparo per i nostri lavori, ma ci consente di restare in contatto con una natura più ampia di quella rappresentata da noi umani. Ed è molto importante per noi, in particolare in questa fine settimana, perché siamo qui come Associazione di operatori di Biodanza, proprio per approfondire quel Principio Biocentrico che sta alla base della Biodanza, il sistema che Rolando Toro Araneda ha ideato negli anni '60 e che noi pratichiamo e portiamo nel mondo.

Rolando Toro formula il Principio Biocentrico in quegli anni, proponendo un ribaltamento della millenaria visione antropocentrica, la visione in cui l’anthropos, l'essere umano, si è posto al centro ed al vertice dell'universo.
Al posto dell'uomo, Rolando Toro colloca al centro dell’universo la Vita, stabilendo così un nuovo principio ispiratore dell'attività umana, l'unico che può garantire la protezione della Vita stessa, sotto qualsiasi forma si manifesti. Rolando invitava a riconnettersi con la propria specie (ricordiamo che proprio pochi anni prima era stata evidente e tragica la rottura di questa connessione durante la guerra e l'Olocausto) e andava oltre, invitava anche alla connessione con l'intero universo, perché tutto l'esistente è una forma dell'evoluzione della Vita. In sintesi, la sacralità della Vita contrapposta alla cultura della morte.

Proponeva che l'Universo esiste perché esiste la Vita e non viceversa. L'evoluzione dell'Universo perciò è l'evoluzione della Vita che si esprime via via in un'innumerevole varietà di forme, sempre più complesse.

E la strada maestra per spogliarsi della visione antropocentrica ed abbracciare la visione Biocentrica, Rolando l'ha individuata nella vivencia, esperienza vissuta intensamente nel qui ed ora, che precede l'elaborazione cosciente. Si tratta di un momento di espansione di coscienza grazie al quale riusciamo a sperimentare una familiarità con il vivente, con gli, animali, le piante e perfino la materia inanimata, come un continuum senza separazioni, senza confini, in quello che anche la fisica quantistica sembra volerci indicare: “Tutti siamo uno”.

Questa familiarità, questo riconoscere la Vita che pulsa dentro l'altro, non solo della nostra specie, ma di qualsiasi specie, razza, e forma anche inanimata, si realizza nell'incontro, che comprende l'ascoltare e accogliere l'altro senza giudizio e distinzione di genere, specie, forma, colore, e anche riconoscendo l'altro come parte di un tutto a cui apparteniamo anche noi, che siamo espressione della Vita, una delle sue tante forme possibili.

Per realizzare questo ribaltamento di visione una parola che mi sento di dire e ripetere è umiltà.

La parola viene da humus, terra, ed esprime l'atteggiamento opposto a quello inconsapevolmente arrogante che gli umani hanno tenuto nei confronti delle altre forme di vita e dell'universo in generale. Ci siamo convinti che “naturalmente” tutto ci fosse dovuto, che l'universo e tutti i suoi elementi fossero disponibili per noi anche adesso, che scopriamo di essere su una china pericolosissima che secondo gli scienziati ci sta portando verso la sesta estinzione insieme alla gran parte degli esseri viventi che stiamo decimando velocissimamente.

Adesso che abbiamo interrotto le relazioni con animali e piante considerandoli puramente come strumenti per la nostra sopravvivenza o il nostro piacere, l'umiltà deve tornare ad essere la nostra postura per recuperare la nostra giusta collocazione nei confronti di una natura che una volta suscitava soggezione se non timore, perché ben più grande delle nostre capacità di conoscenza e controllo. Degli umani. Negli ultimi secoli lo sviluppo delle scienze e della tecnologia ha dato infatti a noi umani l'illusione di poter davvero prima o poi arrivare a controllare tutto l'universo ed intanto usare senza limiti le risorse di questo pianeta.

Il metodo di Biodanza ideato da Rolando Toro ci aiuta a riconnetterci con tutta la natura con quella che si manifesta nel nostro essere e in quello degli altri umani, negli altri esseri viventi, animali, piante, e con quella apparentemente inanimata, che però è composta degli stessi elementi che compongono il vivente ed è solo uno stadio della sua evoluzione. Ci aiuta ad ascoltare e riconoscere la Vita che è in noi e fuori di noi.

E ci aiuta a sentire e riscoprire l'interdipendenza. Una legge universale che ci dice che non sopravvivremo senza la rete della biodiversità che ci ha portato sin qui, e di cui siamo, non dimentichiamolo, solo l'ultima o una delle ultime forme evolutive. Nel nostro piccolo, noi operatori di Biodanza cerchiamo di fare la nostra parte, portando questo messaggio ai bimbi delle scuole, agli anziani nelle case di riposo, ai malati di Alzheimer, di Parkinson, alle donne operate al seno, ai malati psichiatrici, ai minori in carcere, agli adolescenti, ai disabili, ai docenti ed agli studenti universitari. Ma anche cercando di praticarlo noi stessi sempre più consapevolmente, in questa Associazione che è nata dal bisogno di incontrarsi, ascoltarsi, crescere insieme, riconoscendo e valorizzando la varietà della Vita che si manifesta nelle differenze tra di noi che ci arricchiscono e potenziano la nostra azione.



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